
Crowdfunding: quando il Microcredito diventa Social
La rivoluzione socio-culturale innescata da internet è sotto gli occhi di tutti. Magari non tutti sanno però che internet può essere un modo per reperire fondi.
L’alternativa dunque alla banca c’è e va sotto il nome di Crowdfunding.
Cos’è il Crowdfunding?
L’etimo del termine indica già il meccanismo di funzionamento di questo processo basato sulla raccolta di denaro tra gli utenti del web. Il Crowdfunding si concretizza in chi davanti a un pc crede nelle potenzialità di un dato progetto e sceglie insieme con altri di fornire il proprio contributo economico per la realizzazione dello stesso.
Questo processo di finanziamento “dal basso” sta diventando una delle vie più battute per la raccolta di fondi in quanto consente di rivolgersi ad un pubblico estremamente ampio come la comunità virtuale senza incorrere in spese di marketing o di altra natura.
Cavalcando l’onda del Crowfounding, ad esempio, così come riportato dalle principali testate giornalistiche mondiali, Barack Obama è riuscito a finanziare parte della propria campagna elettorale e l’uso accorto poi dei mass media (in particolar modo di internet) ha fatto sì che diventasse Presidente degli Stati Uniti D’America nel 2008.
L’ascesa di Obama alla Casa Bianca è solo la punta dell’ice-berg. Di fatti il Crowdfunding si sta diffondendo a macchia d’olio e trovando le applicazioni più disparate. Vi si ricorre sempre più spesso per finanziare campagne di beneficenza o progetti imprenditoriali. Gli scenari possono essere innumerevoli.
Il funzionamento del Crowdfunding raccontato da Report
Il Crowdfunding racchiude in sé il modello di “micro-finanza”, riportato alla ribalta dal premio nobel M. Yunus, secondo cui piccole somme di denaro debitamente elargite possano migliorare il benessere di una comunità facendo leva sull’imprenditorialità di chi possiede un’idea valida ma non dispone delle risorse necessarie per porla in essere.
Esso si realizza attraverso portali internet o strumenti web. La campagna fondi può avviare dalla propria rete di contatti (siano essi amici, follower o fan) per poi estendersi grazie alla virulenza del web oltre le nostre conoscenze.
Il funzionamento del Crowdfunding è spiegato in modo semplice e chiaro nella seguente puntata di Report:
– Startup Stories | Report, puntata del 07/12/2014
I pro e i contro del nuovo sistema di raccolta fondi
Il Crowdfunding si basa sulla presentazione al popolo di internet di un’ idea (qualunque essa sia), chiedendogli di finanziarla.
Ciò consente anche di ottenere una curva degli ascolti a costo zero, di verificare cioè la validità del proprio progetto sulla base dei finanziamenti ottenuti, i giudizi elargiti e il confronto con altre realtà. Nel gergo si suole dire che si ricorre alla “saggezza della folla”.
Essendo figlio di internet il Crowdfunding non risulta essere facilmente gestibile. È l’altra faccia della medaglia chiamata globalizzazione.
L’Equity Crowdfunding e gli inefficaci provvedimenti legislativi
La difficoltà di accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese, ha contribuito allo sviluppo di un nuovo modello, l’equity crowdfunding. Il modello equity prevede un finanziamento sotto forma di capitale di rischio al fine di ottenere delle quote di partecipazione nella società.
Un passo avanti nella regolamentazione delle raccolte fondi online e del finanziamento alle start-up con fondi reperiti sul web è stato compiuto proprio dall’Italia nel luglio del 2013 con l’entrata in vigore delle normative Consob collegate alla legge 221 del 2012.
L’Italia è stato il primo Paese europeo a varare una regolamentazione in tal senso (ma sarebbe stato meglio se avessero pensato all’agricoltura!!).
Le nuove regole, che avrebbero dovuto permettere alle start-up innovative di raccogliere fondi attraverso le piattaforme di crowdfunding registrate presso un registro Consob si sono rilevate disastrose! I progetti partiti sono stati appena 3 come evidenziato nella puntata di Report!!!
Oltre ad una normativa meno rigida e più semplificata, per fare il salto di qualità occorre comunque anche una maggiore diffusione culturale a questo nuovo strumento, ma purtroppo anche sotto questo punto di vista stiamo messi molto male.
Conclusioni
Nuove tecnologie come appunto il crowdfunding, ma anche tante altre come la stampa 3D e il crowdsourcing, stanno capovolgendo i dogmi della produzione di massa.
Tutto ormai gira intorno a ricerca e innovazione, alla “conoscenza”, ecco perché la vera sfida del nostro paese per il futuro ha un nome ben preciso:”sviluppo del capitale umano”!
Approfondimenti sul crowdfunding
– Crowdfunding – dai sogni ai soldi (Flavio Troisi, Alberto Giusti)
– Il manuale del crowdfunding (Alessandro Brunello)
stefano
Ora va bene tutto, ma dire che Obama abbia ricevuto i fondi per la campagna elettorale dal crowfounding è una bestialità totale ed assoluta. I fondi (quelli veri) sono arrivati dagli hedge founds di waal street. Milioni e milioni di dollari dati in mano dai finanzieri per potersi garantire i soliti abnormi profitti in cambio della certezza che nulla cambi.
Nel mondo dono ancora pochissimi i progetti finanziati in crowfounding totale, alcuni film, alcuni servizi giornalistici, qualche piccolo finanziamento a micro attività economiche. Il resto son balle.
Nicola
Ciao Stefano,
quando si parla di crowdfunding non s’intende per forza che sia stata utilizzata una delle famose piattaforme online che oggi tutti conosciamo!
Inoltre, se le principali testate giornalistiche hanno utilizzato il termine crowdfunding, come sinonimo di “raccolta fondi dal basso”, probabilmente una qualche forma di campagna di Crowdfunding è stata realmente organizzata… poi quella degli hedge founds è un’altra storia.
Alberto
Ciao,
ho visto anche io la puntata di Report ieri sera e devo dire che sono rimasto veramente sbalordito!
Non credevo esistesse un’altro mondo dietro le nuove tecnologie e che tanto per cambiare l’Italia sta inguaiata anche lì!!
Vedere tanti menti brillanti fuggire all’estero per avere un’opportunità è inoltre una cosa inaccettabile! Ma può essere mai che la politica pensa solo ai propri interessi personali?
Nicola Romano
E’ proprio vero Alberto, abbiamo tantissime menti brillanti e lasciamo che vadano ad arricchire altre nazioni!
Nel nostro piccolo non possiamo far altro che continuare a “lottare”, con la speranza che la politica prenda presto consapevolezza di questa inaccettabile situazione.