
Sharing Economy: l’economia della condivisione
Una nuova ondata di cambiamenti sta per investire la nostra quotidianità! Interi settori presto saranno totalmente stravolti da nuovi attori economici che promettono cambiamenti epocali! Il nome di questo nuovo Tzunami della tecnologia è “sharing economy”!
Cos’è la Sharing Economy?
La Sharing Economy promuove forme di consumo più consapevoli basate sul riuso invece che sull’acquisto e sull’accesso piuttosto che sulla proprietà.
Si traduce con l’espressione “economia della condivisione”. Tuttavia, ancora non vi è una definizione univoca e di fatti sotto il cappello della Sharing Economy ricadono forme e prassi di condivisione e collaborazione anche molto diverse tra loro.
Tutto avviene tramite Portali Web e APP mobile, creati da startup quasi sempre statunitensi che investono milioni di dollari per creare sia la “piattaforma” che soprattutto la community! È quest’ultima, infatti, a determinare il successo o meno di una iniziativa di questo genere.
La diffusione della sharing economy è poi favorita dall’evoluzione in corso dei consumi. La domanda di molti beni e servizi secondo i modelli tradizionali è infatti calata per via della crisi ma nei fatti essa si è semplicemente trasformata ed ha trovato terreno fertile proprio nella sharing economy.
Caratteristiche aziendali nel modello dell’economia condivisa
Seguono le principali caratteristiche del modello di business basato sull’ economia condivisa:
1. La tecnologia alla base di tutto
La sharing economy è un modello basato sull’utilizzo della tecnologia. E’ grazie alla tecnologia, infatti, che il contatto fra sconosciuti viene reso possibile, semplice ed immediato ed è sempre grazie ad essa che è possibile accedere ad un determinato servizio in ogni momento e da qualunque luogo.
2. Nessun possesso di beni
Le aziende che basano il proprio business su questo modello si limitano ad organizzare e gestire una piattaforme web con relativa community. Beni e servizi quindi non sono offerti dall’azienda, ma dalle stesse persone che fanno parte della community!
3. Le persone sono il vero asset
La costruzione di una community genera a tutti gli effetti un nuovo modo di fare azienda! La chiave del successo per queste aziende è quella di riuscire a mettere insieme persone con gli stessi problemi, interessi, ecc. e fare in modo che dalla loro unione si creino vantaggi ed opportunità per tutti! Le persone sono il vero asset di queste aziende!
4. Convenienza economica ed esperienziale
Le persone amano queste piattaforme così tanto per il semplice fatto che esse offrono importanti vantaggi sia in termini economici che esperienziali!
Molto spesso, inoltre, questi servizi sono così nuovi e rivoluzionari da surclassare completamente quelli esistenti solo pochi mesi prima nell’economia tradizionali!
Alcune aziende di successo della sharing economy
TripAdvisor
E’ stato probabilmente, in ordine cronologico, la prima vera azienda a credere nella share economy e a dare alla stessa quella linfa vitale di cui aveva bisogno per espandersi anche in altri settori.
Quel che TripAdvisior ha sempre fatto, infatti, è dare la possibilità ai propri membri di poter recensire qualsiasi attività in giro per il mondo (Hotel, Bar, ristoranti, negozi, B&B, luoghi, ecc. ecc.) in modo da poter condividere le proprie esperienze con chi fosse interessato.
Chi è che oggi non dà una sbirciatina a queste recensioni prima di prenotare un hotel o un ristorante?
E-Bay
Subito dopo TripAdvisor, E-bay è sicuramente l’azienda che più di tutte ha contributo a creare la cultura della share economy.
L’ azienda statunitense, nata per consentire ai propri utenti di vendere oggetti ad altri membri della community, ha puntato sulla possibilità di lasciare una referenza post-acquisto sul profilo del venditore!
AirB&B
AirB&B è la startup che ha portato il processo evolutivo dell’economia condivisa ad un gradino più alto. Il servizio della startup statunitense, infatti, consente a chiunque abbia una stanza disponibile di poterla affittare ad un membro della stessa community.
Un’idea rivoluzionaria che offre una possibilità di guadagno per il privato e una di risparmio per chi cerca ospitalità!
Bla Bla Car
E’ il servizio che mette in contatto persone che hanno bisogno di un passaggio con chi ha una macchina e sta per percorrere lo stesso itinerario.
Un nuovo modo di viaggiare che non solo alleggerisce i portafogli, riducendo le spese del bus e del carburante rispettivamente di entrambe le parti, ma che permette anche di socializzare.
Uber
Uber è un servizio di trasporto automobilistico privato che mette in collegamento passeggeri e autisti. Una sorta di servizio taxi!
La particolarità è che il ruolo del taxista è ricoperto da un persona privata che mette a disposizione la propria auto e se stesso come autista.
WeWork
Un altro grande esempio di share economy arriva dal cosiddetto coworking:
“Il coworking è uno stile lavorativo che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro. (…) L’attività del coworking è il raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente, ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento”.
Molte nuove startup come appunto WeWork stanno costruendo su questo modello di business delle aziende miliardarie. Ovviamente, non si tratta solo di condividere un semplice luogo di lavoro ma di una vera e propria community con tanto di social network privato per mettere in contatto tutti i membri tra di loro e facilitare così la nascita di sinergie!
Amazon Corriere
Gli utenti diventeranno corrieri! E’ questa una delle ultimi indiscrezioni provenienti dal colosso dell’e-shop mondiale di Jeff Bazos. Sull’onda del successo di altre startup quali appunto Uber e AirB&B anche Amazon si appresta a lanciare un nuovo servizio in pieno stile share economy!
A quanto pare, gli utenti di Amazon potrebbero presto prendere i pacchi da uno dei centri di smistamento e consegnarli a chi li ha ordinati in cambio di un corrispettivo da parte dell’azienda statunitense! Al momento sono solo indiscrezioni.. vedremo!
Altri casi di successo basati sul concetto di economia condivisa
Una sezione a se meritano sicuramente i seguenti tre fenomeni che stanno contribuendo non poco alla diffusione del nuovo paradigma dell’economia condivisa:
I rischi della sharing economy
Purtroppo l’economia della condivisione non presenta solo vantaggi ed opportunità ma anche una serie di problemi e di rischi che ovviamente alimentano il dibattito nazionale ed internazionale!
Queste aziende, infatti, sono proprietarie delle sole “piattaforme web” e non possiedono i beni oggetto della condivisione! Avendo dei costi fissi esigui hanno poi anche un potere di accumulo del capitale impressionante!
Quando queste aziende raggiungono una determinata massa critica ecco che da semplici aziende competitive diventano veri e propri monopolisti alzando delle barriere all’entrata insormontabili! Basta pensare ad esempio facebook o whatsapp!
Ma l’aspetto che più di tutti sta ingenerando polemiche è quello fiscale e lavorativo! Attraverso queste piattaforme, molti individui trasformano il servizio offerto in un vero e proprio lavoro ma le aziende proprietarie continuano a trattare di fatto come autonomo un lavoro che si presenta invece come subordinato!
E per non farsi mancare proprio nulla queste stesse aziende stabiliscono la propria sede in paradisi fiscali senza pagare nemmeno un euro di tasse nelle nazioni in cui sono presenti!
Infine, c’è la questione privacy legata ai dati che queste aziende raccolgono sui propri iscritti tanto è vero che anche qui i processi giudiziari in corso non si contano più! Insomma, non è oro tutto ciò che luccica o che viene condiviso! 🙂
Conclusioni
Al di là dei vantaggi e dei rischi che la sharing economy può portare con sé, quello che è certo è che questo processo evolutivo non è arginabile!
L’unica strada praticabile è quella di provare ad influenzare questo sviluppo in modo proattivo per trovare qualche forma auspicabile di equilibrio!